SEO vs SMO: dal “Search Engine” alla “Social Media” Optimization

“Che tu sia un marchio, un editore, un designer, un fotografo, un artista o un regista, il social web è il tuo prossimo canale di distribuzione, oltre che il tuo mezzo per aggiudicarti il favore dei critici.
Sia che tu sia nel ramo della creazione, distribuzione, promozione o vendita, il Social Web è un mezzo incredibile che può creare un brand, portare visibilità, incrementare la domanda, e tutto senza promozione attiva. Basta lasciare che il mercato lavori da solo attraverso la pratica della condivisione dei contenuti, che aiuta a rendere i contenuti più visibili quando la gente cerca qualcosa.

Questo suona familiare no? Sembra essere lo stesso proposito di tutti i SEO, quello di ottimizzare un sito web, o un altro prodotto, affinché sia trovato più facilmente attraverso i motori di ricerca.

Tuttavia le tecniche per promuovere un contenuto attraverso i Social Media non sono le stesse usate per l’ottimizzazione sui motori di ricerca, ed è invece qui, su Facebook, su Twitter, su LinkedIn, su MySpace, su YouTube, che le persone stanno passando sempre più il loro tempo. E in questi “luoghi” le persone trovano contenuti interessanti e li condividono con i loro amici: così funziona la “pubblicità” sui Social Media.
Quindi oggi abbiamo un novo campo di specializzazione, il Social Media Optimization (SMO), ovvero l’ottimizzazione dei nostri contenuti sui Social Media al fine di renderli più visibili e appetibili. Secondo un recente studio di Nielsen, i siti come Wikipedia, i blog, e i social network sono nel 18% dei casi il posto dove partono le ricerche, e siamo solo all’inizio: secondo Nielsen “I Social Media diventeranno il canale preferenziale di tutte le ricerche”.
Al centro di ogni strategia di successo nei Social Networks ci sono i Social Objects (immagini, video su YouTube, post sui blog, commenti, messaggi di stato su Facebook) e tutto quello che può rappresentare un motivo per iniziare una conversazione online. Quindi l’obiettivo dell’ottimizzazione dei Social Objects (SMO) è quello di spingerne la visibilità per raggiungere le persone che stanno cercando approfondimenti e informazioni riguardo a quell’argomento.
La Social Media Optimization è quindi definita dalla distribuzione dei Social Objects e dalla loro capacità di risultare al top di ogni ricerca fatta su un argomento correlato, ovunque essa sia fatta.
In pratica rispetto al SEO, che lavorava principalmente sui contenuti testuali di un sito, su quelli che abbiamo definito fattori esterni ed interni al sito, il SMO lavora in maniera più diffusa, utilizzando i Social Network più diffusi pubblicando su di essi contenuti specifici, una volta testo, una volta video, una volta immagini… e ogni volta con il giusto tono, relativo allo specifico Network.
Il vantaggio rispetto al normale posizionamento è che, se i social objects sono fatti bene, innescano una reazione a catena che aggiunge visibilità praticamente senza che noi facciamo altro, ma solo grazie alla condivisione, al tam tam nella rete”.

FONTE: http://www.briansolis.com

2 commenti

  1. Ottimo Post.

    Io direi che già oggi il SEO è influenzato dalla SMO.

    Chi lavora in modo innovativo ha già introdotto aspetti Social nella propria pianificazione di Ottimizzazione.

    Tra un po’ non avrà più senso parlare di SEO /SEM /…

    Anche il PPC (Pay Per Click) oggi è influenzato da concetti SEO (QS, …)

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